L'importanza della musica nel Pilates e nello Yoga
La musica, è risaputo, influisce sulla psiche e di conseguenza sul fisico, e si ritiene che un sottofondo musicale accresca i benefici dell'attività fisica.
Alcuni ricercatori spiegano che una certa frequenza di suoni rivitalizza l'intero organismo, agendo sulle cellule cerebrali, mentre i suoni più forti dei 70 decibel risulta decisamente fastidiosa e negativa.
Il ritmo su cui è fondata la musica è come la macchina ritmica che è il corpo umano: il battito cardiaco, le onde cerebrali, la respirazione ( inspiro-espiro ), l'atto del camminare...
Se la musica usata come sottofondo ad una seduta di Pilates si avvicina ai ritmi fisiologici del nostro corpo, risulterà positiva e benefica per: movimento, coordinazione, concentrazione e respirazione.
Il timbro caratterizzato dai suoni armonici, più acuti, potrà normalizzare alterazioni emotive, così come il suono prodotto dagli archi, violini, viole e violoncelli, potranno stimolare il tono dei muscoli del rachide i quali sono fondamentali per il mantenimento di una corretta postura.
La musica di W.A. Mozart normalizza la pressione arteriosa e il ritmo cardiaco ( 50-70 battiti al minuto ) ed è ricca di suoni armonici rilassanti per lo stato emotivo dell'ascoltatore.
Musica con timbri soffusi, ritmi cadenzati ma lenti, suoni a bassa intensità è consigliata per esercizi di concentrazione e defaticamento, che hanno come obbiettivo il miglioramento della consapevolezza corporea e sono spesso basati sul controllo e gestione della respirazione: ritmo costante e controllato aiutano a risvegliare i nostri apparati propriocettivi.
Le composizioni ad alta frequenza e ritmo deciso sono indicate per le sedute di educazione posturale, ovvero tutti quei movimenti atti a compensare, correggere e prevenire i vizi posturali tipici dell'individuo contemporaneo; come tutti gli atteggiamenti che tendono a flettere e incurvare o la prolungata staticità del corpo ( lavoro impiegatizio ) che muta, peggiorando, le nostre lordosi o cifosi fisiologiche, con conseguente perdita della capacità di estensione e mobilità della colonna vertebrale, soprattutto nella zona lombare.
Tratto da testo curato dal Dott. Marco Brazzo edizioni Demetra